2 giugno 2022
#ColleSommeiller 2993 mt
Overperformance dei #LaslaAnde che dopo aver raggiunto l’obiettivo prefissato, #PiandeiMorti , con assenza di neve sul percorso procedono spediti e gasati al #PiandeiFrati per poi asciugarsi le lacrime al lago #Patare’ a 2800 mt per l’emozione in quanto qui la neve alza il cartello #Stop
Consulto veloce…. si #Va.
Neve marcia, si sprofonda sino alle ginocchia, alcuni tratti pedalabili sul bordo della strada sterrata ma dominante il portage. Arriviamo su stremati in mezzo al non nulla tutto coperto di neve assolutamente marcia, ma consapevoli di aver fatto qualcosa di epico.
Un ringraziamento a #Gandalf per l’indicazione del pellegrinaggio e per aver tenuto a bada #Saruman che con le sue nubi tempestose a cercato sin da subito di impedirci l’ascesa.
IsoCap
2 ottobre 2021
Sommeiller il ghiacciaio: molti di noi sono sufficientemente vecchi per ricordare quando da piccoli potevamo venire qui a sciare anche d’estate, adesso il cambiamento climatico, come un timelapse che sta attraversando la nostra vita, ha scacciato i ghiacci da queste parti, pur tuttavia ieri arrivati in cima, siamo dovuti fuggire in fretta inseguiti da un freddo molto pungente. I protagonisti di questa spedizione sono stati: Il Kobra, l’unico muscolare (salito benissimo), Facavia, Barbun, Vanni (tornato con furore dalla disavventura del Blegier), Dario e Seve. La salita è lunga, ma ha il pregio di essere molto regolare nella pendenza, il tutto è stato coadiuvato, ormai dall’immancabile appoggio aereo (Fabri si muove ormai come un pilota da caccia a manovrare il suo piccolo F-16), il quale si è alzato in volo 3 volte: in salita vicino allo Scarfiotti, su in cima al Sommelier, e in discesa vicino al lago di Rochemolles. Per la discesa ci sono delle novità positive, per chi giustamente aveva trovato la discesa priva di emozioni, a parte la prima parte, la cui strada è obbligata, io e il Barbun, un po' come degli stuntman abbiamo trovato sentieri molto tecnici, al servizio di Facavia che ci riprendeva deliziandosi, con delle inquadrature impreziosite dei colori ormai autunnali ad altezze sopra i 2000. Comunque sia pure con qualche interruzione, la trama dei sentierini continuava, tanto che mentre ci accingevamo ad imboccarne uno ricavato giù da una scarpata scoscesa nel letto di un torrente, 2 turiste a piedi, le quali l’avevano appena percorso salendo, cercando di dissuaderci ci hanno gridato: “per farlo bisogna essere bravi”, gli ho risposto “cercheremo di fare i bravi”, in realtà avrei voluto dirgli “noi faremo i Laslandè” ma non avrebbero capito. Anche nella parte bassa non ci siamo risparmiati i single-track, andando aldilà del lago di Rochemolles rispetto alla salita, a questo proposito il Vanni se l’è cavata alla grande, ritornando come e meglio di prima, dopo l’infortunio. Questi ultimi sentieri erano abbastanza bastardi, tanto che io ho rimediato una botta da una pietra smossa, alla gabbia del cambio, che poteva avere conseguente per Darma più gravi, se non mi fossi fermato tempestivamente (anche se dovrò fare un giro ai box per rimettere a posto il cambio). Alla fine per chiudere la nostra bella avventura, ci sono stati per i calorosi saluti reciproci, mentre risuonavano le note dei 170 CV dello spider del Grossi, consapevoli di aver trascorso una grande giornata.
Seve Assietta