GRAN BOSCO DI SALBERTRAND: I Laslaandè per tutte le volte, che hanno solcato impunemente le strade del gran tour dell’Assietta, erano in debito lato versante val di Susa per averlo poco battuto, se togliamo il giro del 2020, dove io Kamel e Mauro Galliano, abbiamo fatto partendo da Salice, affittando la Turbo Levo, avvenimento spartiacque che ha provocato il salto alla E-bike di molti dei LA, dopo che per la verità in anteprima Mauro G. aveva già compiuto salto nell’iperspazio.
Ma veniamo al giro di ieri, dopo che il Barbun, aveva lanciato l’idea di trovare qualcosa lato val Susa, addirittura Meana come punto di partenza, per ritornare sulle strade dell’Assietta, ci accordiamo per un giro, che parte da Salbertrand, che cuba 1700/1800 mt di dislivello e che torna sempre nello stesso posto, e che dovrebbe coniugare le esigenze degli elettrici e dei muscolari e degli automuniti e quelli che preferiscono prendere il treno.
Alla fine alle 8.30 davanti alla stazione FS l’equipaggio formato da Kamel, Seve, Barbun, Isocap, Vale ed Alberto si mette in marcia e si inoltra nel magnifico “Gran Bosco” di Salbertrand, grande di nome e di fatto, godendo di una piacevole ombra, di una pendenza abbordabile e regolare su una moquette di aghi di pino leggermente gommosa, ma abbastanza scorrevole.
Arriviamo a Monfol senza colpo ferire, i 2 muscolari Valerio e Isocap tengono bene il passo, nonostante che il preparatore atletico di Mauro, la sera prima invece dei carboidrati gli abbia propinato un’insalata di cetrioli, che non si rivela molto performante. Il capitano, però sappiamo di che pasta è fatto e stringe i denti e sussurra al suo Tornado e alla fine arriviamo tutti al col Blegier, nonostante che nella parte finale la pendenza dolce dei primi chilometri, si trasformi a tratti in salita più impegnativa, si segnalano solo un paio di marmotte svenute dopo aver udito strani rumori proveniente dalla parte anteriore e posteriore dell’Isocap.
Resistendo a stento dalla tentazione tipo “sirene di Ulisse” ad imboccare lo splendido single trek che scende dal Blegier all’amato Prage, ci avviamo verso la testa dell’Assietta, dove una volta raggiunta facciamo la foto e i video di rito, poi scappiamo per ritornare sui nostri passi, nella speranza di rifocillare le nostre membra presso il rifugio Assietta.
Benché ci fosse una discreta folla di biker sui tavoli sparsi davanti alla “casa Assietta” sul prato accanto, quello che in anni normali potrebbe essere anche chiamato lago, individuiamo un tavolo che ci può contenere tutti, che occupato come capotavola, neanche a farlo apposta da Giacomo, il figlio del mio caro amici Guido, che è giunto anche li da poco in MTB da Salice, e che gentilmente ci accoglie alla sua mensa.
A questo punto la storia cambia, la pasta asciutta per tutti e per qualcuno anche qualcosa di più, ma la cosa importante è la magnifica birra di un produttore della val Chisone, tutti ci facciamo un giro di medie, a parte il capitano, che visto che deve affrontare ancora la discesa si accontenta di fare un semplice bis di medie in luogo del tris, e come per incanto lo vedo, con la luce sua consueta tornata nei suoi occhi, probabilmente ci fosse il tempo andrebbe sul Ciantiplagna a fare 2 foto.
Il sentiero dei Cannoni è li che ci aspetta a 2 passi dalla casa Assietta, per chi non lo conosce uno splendido sentiero, divertente ma non particolarmente impegnativo, fatto dopo aver bevuto dell’ottima birra diventa veramente una favola. Riguadagnato il Gran Bosco , ci dilettiamo con qualche disgressione su single treck, che ci fanno anche perdere per qualche attimo con Kamel, ma alla fine ci riuniamo tutti al capezzale dell’Orbea di Vale, che deve smontare il suo tubeless e mettere la camera per arrivare fino alle auto, ormai non troppo lontane.
Niente da dire torneremo a visitare il lato B dell’Assietta, con ulteriori itinerari, con gli Studios di K & K Video già pronti, che anche in quest’occasione, sia pure una versione light dell’attrezzatura ha documentato in modo egregio questa bella giornata di Luglio.
Seve Assietta