Ci sono voluti più di sette anni perché decidessimo di ritornare lassù.
L’esperienza era stata appagante per la bellezza dei panorami e per la soddisfazione di aver affrontato tutto quel dislivello con la sola forza delle nostre gambe (a quel tempo i Laslaandè snobbavano ancora le e-bike) ma il fatto di aver affrontato l’ultimo tratto di discesa percorrendo interamente la sterrata da Grangia Prapiano a Novalesa ci aveva lasciato una sensazione di impresa compiuta soltanto a metà.
Eccoci allora decisi a colmare la lacuna, questa volta dotati di bici elettriche per alleviare la fatica e scortati dalla new entry Gianni che promette di guidarci su single track che lui definisce “croccanti”. Cosa intenda lo intuiamo ma forse non completamente...
A onor del vero, nel gruppo di sei facenti parte la spedizione, Heros si distingue per essere l’unico muscolare: un uomo vero, insomma.
Da Novalesa si raggiunge il comune di Moncenisio per la vecchia strada, asfaltata ma stretta e tortuosa. Soltanto Gianni e Roberto si concedono qualche taglio, giusto per pestare un po’ di terreno naturale prima degli altri.
Una volta riempito le borracce con l’acqua fresca della fontana dietro al Municipio, attraversiamo con calma l’abitato apprezzandone la bellezza dei decori murali e le fioriere curatissime.
Appena usciti dal paese non possiamo fare a meno di fermarci qualche minuto per godere della vista del lago della Ferrera, oasi di frescura.
Si riparte alla volta di Bar Cenisio che raggiungiamo grazie a un bel sentiero boschivo. Attraversata la SS25 imbocchiamo la facile sterrata che porta all’ameno lago Arpone.
La salita che dal lago porta alla diga del Moncenisio è resa particolarmente faticosa più dalle condizioni del fondo che dalle sue pendenze; tuttavia, con la pedalata assistita, tutto si supera più agevolmente. Bella l’attraversata sul coronamento della diga al termine del quale si riprende a salire sul versante opposto, su comoda sterrata che dopo poco più di un paio di chilometri si raccorda col Sentiero dei 2000. Manco a dirlo, i panorami sono mozzafiato: il nostro sguardo può spaziare liberamente sul lago, sulle montagne circostanti e verso la sottostante Val Cenischia. Il tutto mentre percorriamo un tratto caratterizzato da particolari formazioni di roccia calcarea. La via è agevole e ci porta piuttosto rapidamente all’Alpe Tour dalla quale inizia la lunga discesa verso il fondovalle. Il primo tratto che corre parallelo al Rio Gioglio si presenta ripido, con fondo oltremodo sconnesso e deve essere affrontato con la massima prudenza. Per fortuna è anche breve così, una volta superatolo senza troppi affanni, possiamo goderci il bel sentiero che conduce alla Grangia Prapiano. Da questo punto in avanti, guidati dall’esperto Gianni, affrontiamo tutti i tagli possibili rispetto alla carrozzabile sfruttata sette anni fa. La gravità detta legge, attirandoci con forza verso il basso, coadiuvata da pendenze talvolta verticali e dal fondo dapprima erboso ma poi via via sempre più pietroso e/o roccioso. E’ una discesa decisamente impegnativa che mette a dura prova le nostre capacità di guida e i nostri mezzi meccanici: alla fine gambe, braccia, freni e sospensioni rivedranno con sollievo le prime abitazioni di Novalesa. Un plauso particolare va ad Andrea e Roberto i quali, soli ad accettare l’invito di Gianni, decidono di affrontare anche l’ultimo taglio, il più impegnativo e tecnico di tutto il percorso.
Alla fine delle fatiche, soddisfatti per il bellissimo giro e ristorati da panini e birre fresche, già si pensa a programmare le future escursioni.
Max