Comunque vada, il ricco entroterra ligure stupisce e fa uscire appagati. Ero partito con qualche problema di salute, ma è valsa la pena buttare il cuore oltre l’ostacolo e tornare a casa con un bel bottino.
La salita per il Gioco di Giustenice è stata per la prima parte ispirata ad una traccia dal sito Turbolince (interessante da tener presente), con stradine fuorimano diverse rispetto alla salita “tradizionale”.
Dal gioco di Giustenice, meta raggiungibile per chiunque, decidiamo di abbandonare qualunque traccia e anche il buon senso, e ci arrampichiamo spingendo la bici con fatica ma in un bosco in un atmosfera incantata, per raggiungere la Cima del Monte Carmo, che sfiora i 1400 mt di altitudine.
La fatica è ripagata dalla vista a 360° veramente mozzafiato, nonostante la giornata non limpidissima per foschia e nuvoloni, che più tardi ci battezzeranno abbondantemente.
Una coppia indigena di indomiti camminatori non più giovanissimi, assiste attonita al librarsi in volo di Evinrude, che ci regalerà sicuramente un contributo prezioso dal suo occhio magico.
La discesa fino al Gioco di Giustenice è tecnica, ma fattibile, ma arrivati al Gioco decidiamo di cercare percorsi alternativi, visto che avevamo notato traffico di Defender con rastrelliera al seguito, con 15 bici tappate da discesa cattiva.
Da lì è storia e il percorso descritto in questo video di Hiroshima Mon Amour descrive meglio di come potrei fare io le emozioni di un percorso tecnico, mozzafiato ma interamente fattibile, purché la concentrazione sia sempre al 100% sempre e non cali neanche per un secondo al 99%.
Con un meteo diverso, ci saremo fermati alla fine del percorso di Hiroshima, ad un invitante osteria (Cascina Porro), che però non mancheremo di visitare con una delegazione più nutrita dei Laslaandè in un prossimo futuro
Seve Assietta